sabato 29 novembre 2008

ma che ne so io del comunismo

Se i cechi non ti salutano dicono che è colpa del comunismo che li ha educati a non fidarsi di nessuno. Se i commessi dei negozi ti tirano la merce e non vedono l'ora che te ne vai - come a Palermo solo che a Palermo lo fanno perchè c'abbutta lavorare - dicono che è colpa del comunismo che a scuola li costringeva a mettersi le maschere antigas per fare le simulazioni.
E in Russia la gente com'è?
In Slovacchia, gli slovacchi stessi dicono di essere di tutt'altra pasta, sorridenti. Raccontavano episodi in cui andavano in gita con cechi e stranieri e i cechi oltre a non rivolgergli la parola cercavano di seminarli aumentando il passo. I cechi se stanno mangiando e tu hai la bava che ti cola non ti chiedono: Vuoi assaggiare? neanche per fare la parte. In ufficio ci sono momenti in cui tutti mangiano, io sto tagliando fogli o appiccicando targhette, li guardo e loro mi chiedono: Sei digiuna? E io: Sì. E basta. Alcuni di questi però sono slovacchi.
Ho preso il solito autobus notturno alle quattro di notte. Stavo tornando dalla festa di compleanno del mio ex insegnante di inglese dei quartieri malfamati di Birmingham. Ci aveva invitato a un ristorante italiano dove i piatti erano a base d'aglio più qualche ingrediente tipo parmigiano, melenzane, pomodori secchi. Sul pesce surgelato c'era sopra il prosciutto. Era un posto di lusso con le tende bianche di seta e le maniglie d'oro e tutti eravamo preoccupati del conto, ma l'insegnante diceva Tranquilli costerà normale. Quando è arrivato lo scontrino l'abbiamo visto sbiancare davanti ai nostri occhi. Il prezzo era così alto ma così alto che non sarebbe bastato pulire i piatti. L'insegnante ha speso lo stipendio di due lavori. Almeno gli avevo fatto il regalo. Alle cinque ero ancora dentro l'autobus da sola in mezzo all'autostrada. Ho detto all'autista che mi ero persa e lui mi ha cacciato dicendo in ceco che era il capolinea e tutti dovevamo scendere - tutti ero io. L'autobus aveva cambiato tragitto e nessuno mi aveva avvisato e se anche fosse stato scritto sui cartelli avrei avuto bisogno di Katerina a tradurmi. "La prego mi sono persa" dicevo all'autista e gli dicevo il nome della mia fermata, Ladvi. Lui continuava a cacciarmi facendo il gesto col piede. Mi dava calci finti mentre io aggrappata allo schienale del sedile gli dicevo Ladvi, Ladvi. Poi gli ho detto Fuck you e ho sentito una rabbia dentro che l'avrei davvero preso a calci e a pugni fino a fargli uscire sangue. Se mi violentano è colpa sua, gli gridavo e lui mi dava calci. C'era l'autostrada, un parco senza panchine, una pompa di benzina chiusa e i tacchetti delle mie scarpe da tip tap che rimbombavano metalliche a sottolineare che ero sola. Questi sono i momenti in cui vorresti un fidanzato che invece di preoccuparsi ti dice Minchia che rumore ste scarpe... Camminando al buio ho trovato una fermata e sono tornata al centro e poi a casa. Sull'autobus solo reduci della notte di minimo sessant'anni. Soprattutto donne in pelliccia ecologica col rimmel sbavato. La mia pelliccia verde purtroppo l'ho lasciata a Palermo. C'è da dire però che in fondo in fondo non avevo paura, perchè in questa città di gente con la raggia mi sembra che non possa succedermi niente. Che più che farmi male mi ignorano o al massimo mi danno calci finti. Qui a Praga mi sento dentro una palla di vetro dove la neve invece di cadere te la tirano in testa ma sembre neve è.

3 commenti:

Vero vero ha detto...

io non so ancora niente del famoso bivio, tu hai avuto nuove?...spero solo di saperlo riconoscere quando mi ci troverò davanti tutta presa a cercarlo, non sia mai che sbagli pure strada!!dopo che l'ho aspettato per tanto.
E pensa che qua in Italia ci fanno pure una trasmissione con Ruggeri, niente meno che "Il bivio"...che cosa sarebbe successo se Mari non fosse andata a Praga?Come sarebbe cambiata la sua vita?

Magari poi trovi un bel cinquantenne ceco simpatico e dolce che ti offre da mangiare e ti accompagna pure a Ladvi, altro che pullman e calci finti!!

mari ha detto...

Secondo me il bivio arriverà e noi non ce ne accorgeremo perchè forse ste cose si capiscono dopo. Magari quando arriverà il bivio io starò mangiando un burrito e tu starai sfogliando un libro di fotografia. Dovremmo installarci il terzo occhio, cara vero.

Unknown ha detto...

tua pelliccia verde lasciala sempre lì dov'è