martedì 18 novembre 2008

Quelli che dovrebbero trovarmi lavoro qui a Praga ci hanno invitati a giocare al biliardo. Era un'occasione di festa per loro. C'era il palestrato ubriaco, il capo ubriaco, l'artista ubriachissimo che quando parlavamo con altri ragazzi e questi mi chiedevano: A te che lavoro ti hanno trovato? si girava di spalle o andava a prendere un'altra birra. Ne hanno bevute dieci a testa, i tipi che devono trovarmi lavoro. Alla rivista non sanno più che farmi fare: mi hanno proposto di disegnare come i bambini per farli stare buoni. A volte mi deprimo. A volte invece mi vengono a trovare gli amici, tipo Davide, che si è soprannominato Dave quando parlava con gli inglesi, e sua sorella Veronica. Uno dei warriors che vive in un'appartamento tutto per lui non mi ha voluto prestare la stanza - lo chiamano maragià infatti - e Dave e Veronica hanno dovuto dormire dietro il divano, accanto al termosifone sempre spento. Però erano contenti. Si svegliavano alle sette, quando io stavo ancora rincorrendo qualche maschio nei sogni, perchè manco nei sogni ho pace, e camminavano fino a sera. Li raggiungevo di pomeriggio dopo che qualche brava compagna di casa mi cucinava e gli facevo sbagliare strada. Erano loro che mi portavano in giro, io sarei andata a muzzo, avrei circumnavigato la piazza principale credendo che Praga era tutta uguale. Veronica voleva comprare libri di fotografia e Dave voleva per forza vedere il monumento più grande del mondo alle otto di sera, a meno 3 gradi, dove: abbiamo preso la metro, siamo tornati indietro e abbiamo preso l'autobus per andare nello stesso punto. Dopo un pò siamo scesi dall'autobus perchè Dave credeva che fossimo nella direzione contraria e invece eravamo in quella giusta. Dopo ore arriviamo nel presunto parco dove doveva esserci sto monumento e non si vedeva un tubo. Sembrava lo zoo di berlino. Ci prendiamo una birra e la cameriera quasi ce la tira. A Dave Praga piace, verrebbe a scrivere qui. Mi dice ma che ti frega se non trovi lavoro, stai qui e ti guardi la città. Vuoi o non vuoi è quello che faccio. Sono una turista, Chatto con il vecchio, mangio burritos e gulash e ho una panza notevole da birra. C'è un posto dove fanno a gara a chi beve di più. C'è proprio un marchingegno che segna i litri. Sofocle è arrivato a un litro e mezzo. Lui non deve cercarmi lavoro. Mentre mangiavamo il burrito in un locale vuoto con solo il cameriere che non avendo un cazzo da fare si alzava ogni due secondi per toglierci la bottiglia di birra che era a metà e riportarcela indietro, parlavamo di scelte. Io e Veronica aspettavamo il famoso bivio per poter dire nella nostra biografia che dopo quell'evento fondamentale "la nostra vita cambiò". Se qualche macchina non mi investe ai semafori perchè il verde dura due passi, ho altri due mesi. "Mari Accardi andò a Praga e dopo un mese in cui il suo curriculum veniva rifiutato..." mangiò un burrito e non ci pensò più, perchè in fondo Mari Accardi si accontenta di poco.

3 commenti:

Unknown ha detto...

mi fai piangere

Anonimo ha detto...

Mari, una precisazione: il soprannome Dave non è recente, risale al liceo, a tempi talmente lontani che forse in tv davano ancora bim bum bam. Oggi invece ho visto la pubblicità di un romanzo che hai tradotto per rizzoli, un malloppone di 500 e fischia pagine; si intitola Il buco nel rumore. E brava la mia amica emigrante.

mari ha detto...

Tanto valeva firmarti Dave allora... grazie amico rimasto ai tempi del registratore a cassetta. Cinquecento e fischia pagine mi piace molto come modo di dire, lo userò. Dietro il divano c'è un vuoto enorme.